martedì 21 dicembre 2010

Last weekend (part3)

Eccoci all’ultima domenica newyorkese. Pranzo veloce a casa e tutti e tre insieme prendiamo la metro e ci dirigiamo verso il Met, il museo per eccellenza secondo molti. E’ domenica, fa freddo e quindi chiunque sconsiglia di buttarsi dentro un museo, ma è praticamente l’ultima occasione e ci dobbiamo sacrificare per la cultura! Con in mano la piantina decidiamo in primo luogo le parti da saltare: via l’arte asiatica (dopo il viaggio della speranza non ne possiamo più di cinesi e simili), via quella africana e dopo un veloce e parziale giro nella parte americana, decidiamo di saltare pure quella dato che si tratta per lo più di mobili e arredamento. Piacevole passeggiata tra cimeli e templi egiziani finché non arriviamo all’arte moderna e subito dopo ai dipinti europei. Per il mio modestissimo parere, non c’è storia: Europa 1, resto del mondo 0 (resto del mondo che abbiamo saltato naturalmente, quindi non potrei nemmeno pronunciarmi, a dire il vero!). Diciamo che più che una visita al museo è stato il remake di alcune scene di “The Dreamers”: due ragazzi e una ragazza che corrono lungo i corridoi di una galleria, in questo caso del Met e non del Louvre.
Arriva così l’ora della merenda e quindi usciamo per gustarci un buon cappuccino a Le Pain Quotidien, rinomata catena francese dove si possono trovare delle vere leccornie.
Prima di tornare a casa e prepararci per la serata, ecco la ciliegina sulla torta (o la nutella sul french roll): facciamo tappa da Bloomingdale, dove Alex mi compra un meraviglioso regalo di Natale. <3 Grazie amore (e grazie Coco).
Di corsa a prepararci: alle 8.30 ci aspettano Rick e Danny al ristornate italiano Cantinori. Qualcuno (probabilmente qualcuna) di voi ha presente quella puntata di Sex & the City in cui Carrie festeggia il suo trentacinquesimo compleanno? Organizza una festa proprio lì, ma tutti si sbagliano e vanno al ristorante messicano dietro l’angolo che ha un nome simile.
Stasera un tavolo è riservato per noi. Iniziamo con un buon prosecco come aperitivo dopo di che ci accompagnano ai nostri posti. Rick incomincia a raccontarci gli aneddoti di quando lavorava qui come cameriere: ha servito Meryl Streep, Renée Zellweger e tanti altri. Anche Madonna è stata una cliente, ma nel suo giorno di riposo e si è ritenuto fortunato, altrimenti, ci svela, si sarebbe messo a piangere dall’emozione e poi le sarebbe saltato addosso. La cena è davvero deliziosa, così come il vino. Le nostre chiacchiere lo sono ancor di più: tracciamo qualche paragone tra Italia e Stati Uniti. Loro sono incuriositi dalle nostre abitudine e noi dalle loro. E’ davvero interessante stare ad ascoltarli raccontarsi. Tra una chiacchiera e l’altra, Danny ci descrive la volta in cui ha incontrato Lapo Elkann per lavoro e alla domanda di Marco in cui gli chiedeva se, secondo lui,  il rampollo Fiat fosse uno stupido o un genio, Danny, ironicamente, risponde: “He’s stupid genius!”. Dopo di che ci parla della sua considerazione riguardo gli italiani: ha lavorato ed abitato per quasi un anno a Milano e inoltre i suoi hanno origini marchigiane, quindi ne sa un po’in materia, ma è decisamente interessato anche a sentire i nostri commenti e le nostre considerazioni.
Il tempo passa e il ristorante si svuota, ci ritroviamo ad un certo punto circondati da camerieri e il nostro tavolo diventa un melting pot di accenti: conoscono tutti bene Rick e iniziano a ricordare i tempi in cui anche lui era uno di loro. Sono quasi tutti sudamericani e non appena capiscono che siamo italiani iniziano a parlare di calcio: adesso chi li ferma più?
Dopo altre chiacchiere uno di loro ci invita il giorno successivo ad andare alla Esquina, un ristorante messicano, in cui io e Alex siamo già stati un paio di volte, che nel seminterrato nasconde un locale alla moda e impenetrabile senza le giuste conoscenze: chiaramente accettiamo, dobbiamo festeggiare l’ultima sera newyorkese di Marco.
Infine arriva il conto, dividiamo alla romana e corro quindi in bagno a strapparmi un polmone per venderlo al miglior offerente e avere così i soldi per pagare la cena: che mazzata! Va bene, dai, ci sta, sono in uno dei migliori ristoranti di New York (autoconvincimento).
Saluti e abbracci prima di andare a letto e appuntamento alla Esquina da definire.



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