giovedì 2 dicembre 2010

La Bohème

Curiosando un po’sul sito del Lincoln Center, l’altra sera ho scoperto che, oltre all’opera al Metropolitan, vengono proposti un sacco di spettacoli interessanti, come il balletto, il jazz e altre rappresentazioni teatrali. Ho sbirciato anche i prezzi ed  è arrivata lì la mazzata. Per un biglietto in platea (che chiamano zona Orchestra) si spendono tranquillamente anche 310 dollari. Se però sei un poveraccio puoi sempre decidere di stare in piedi, non vedere nulla, ma ascoltare le note di Mozart, Puccini e compagnia bella alla modica cifra di 22 dollari. No comment.
Nel frattempo il destino ha voluto che notassi in fondo alla pagina la scritta “students”. Di corsa ho cliccato ed ecco la splendida sorpresa: se sei studente, con tesserino universitario e hai meno di ventinove anni, puoi presentarti la mattina dello spettacolo in biglietteria e comprare i biglietti restanti a 27 dollari. Mi è sembrata una cosa incredibile e infatti la mattina dopo sono stata a lungo titubante sul fatto di vestirmi, uscire e prendere tutta la pioggia che scendeva dal cielo newyorkese.
E se fosse davvero così però? Proviamoci!
Sono arrivata quindi al Lincoln Center: magnifico. E’ suddiviso in diversi edifici, quello dell’opera è il più maestoso, con una struttura moderna e imponente con le enormi vetrate che ti lasciano intravedere i lampadari sfarzosi e gli scalini ricoperti di tappeto rosso. Non c’era coda alla biglietteria e mi sono quindi detta che quello che avevo letto sul sito non poteva essere vero: qui la gente si mette in coda anche se fanno cinque dollari di sconto!
Dietro di me c’era una ragazzo, mi ha spiegato di venire da Brooklyn e di aver letto la stessa cosa su internet. Anche lui si stava facendo le mie stesse domande. Arrivato quindi il mio turno, mi sono avvicinata scettica alla biglietteria. Ho chiesto informazioni e…. tutto vero. Non  accorgendomene ho iniziato a saltellare dalla gioia e così pure il ragazzo che avevo appena conosciuto perché aveva capito che c’erano ancora biglietti e che la sera stessa si sarebbe goduto La Bohème. Ci siamo poi salutati con il sorriso sulle labbra e la soddisfazione negl’occhi.
Dimenticavo di dire che quel genio di Alex è già laureato, ma si è tenuto il tesserino ESU e quindi ho potuto prendere il biglietto anche per lui. Bella cosa essere studente!
Tutta soddisfatta sono tornata a casa e ho iniziato a pensare alla cosa più importante: cosa mi metto?!?!
Poi ho pensato alla seconda cosa più importante: di che cavolo parla La Bohème?!?! Santa ignoranza!!
Mi sono informata sulla storia, sulla musica, su Puccini. Nella rappresentazione della Metropolitan Opera, la regia e la scenografia sono state curate da Zeffirelli.
Mimì e Rodolfo. Marcello e Musetta.  I Bohemièn e i caffè del quartiere Latino. Parigi. Tutto gira intorno a questo e naturalmente all’amore.
La sera è arrivata presto, io e Alex ci siamo preparati e abbiamo preso un taxi  per arrivare al Lincoln Center perché lui è stato colpito da clemenza e non mi ha fatto prendere la metropolitana con i tacchi alti.
Che splendore: tutto era illuminato e la fontana al centro della piazzetta armonizzava con i suoi giochi d’acqua gli edifici. All’interno dell’atrio le persone si apprestavano a raggiungere i loro posti, o più semplicemente lo champagne al bar. Mi sono guardata attentamente intorno: c’era l’anziana coppia con la signora più agghindata di un lampadario, c’erano le amiche zitelle in cerca di marito puntando tra i posti più costosi, c’erano uomini d’affari appena usciti dall’ufficio e stranieri da ogni parte del mondo.
Più puntuale di un orologio svizzero si è aperto il sipario. Mi ha colpito molto la scenografia, davvero perfetta con la soffitta e i tetti di Parigi in ogni dove. Nell’interludio io e Alex abbiamo osato prendere un bicchiere di vino: costava più di quanto avessimo pagato i biglietti. Champagne, signori. Ma a me andava bene anche un prosecchino….
Tornati ai nostri posti, ci siamo rimasti fino alla fine dell’opera: spettacolare, una cura per i particolari che non potete immaginare e i costumi..! Che eleganza!
Però.. l’opera non fa per me. O almeno La Bohème. Credo di essere ancora troppo acerba per apprezzarla come si deve e me ne dispiaccio.
Così siamo usciti da questo castello dei sogni e con lo stomaco che brontolava abbiamo preso la metro (niente più clemenza di Alex al ritorno). La favola è finita così, ma non prima di un enorme panino da Mc Donald!

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